Inchiesta Toti, l’avvocato La Mattina, del Comitato portuale, definiva le pressioni: “Una pistola alla testa”

Inchiesta Toti, l’avvocato La Mattina, del Comitato portuale, definiva le pressioni: “Una pistola alla testa”

Inchiesta Toti, l’avvocato La Mattina, del Comitato portuale, definiva le pressioni: “Una pistola alla testa”



Per l’inchiesta sul sistema Toti si apre una fase molto importante per le indagini. Nelle prossime ore è previsto l’interrogatorio di un altro testimone decisivo, Andrea La Mattina, avvocato dello studio Bonelli -Erede, docente universitario e membro del Comitato di gestione portuale.

La Mattina, come l’altro componente Giorgio Carozzi, sentito venerdì, approvarono il 2 dicembre 2021 la delibera dell’Autorità Portuale con cui veniva data al gruppo Spinelli la concessione del Terminal Rinfuse, un capitolo centrale dell’inchiesta che ipotizza la corruzione da parte di Aldo Spinelli nei confronti di Giovanni Toti e Paolo Signorini, all’epoca presidente di Palazzo San Giorgio.Secondo la procura vennero esercitate pressioni sui due membri che sedevano nel board in rappresentanza di Comune ( Carozzi) e Regione (La Mattina).Il 29 settembre una prima votazione in Comitato non fa passare la delibera. Nelle intercettazioni La Mattina spiega ad un funzionario della Regione le pressioni che gli sono arrivate da Signorini dopo lo stop alla delibera: « mi han detto che “ Tu così impedisci l’operatività del porto” e io dico ragazzi però queste cose le sapete per tempo, non è che me lo dite il giorno prima, perché sennò è un ricatto cioè una pistola puntata alla fronte che devo votare Sì”». Procura e finanza sottolineano come la trasformazione di La Mattina inizi a seguito di una telefonata con Pietro Paolo Giampellegrini, segretario generale della Regione, che per conto di Toti cerca di capire i motivi dell’opposizione dell’avvocato. Giampellegrini riferisce al suo presidente che è una questione di scarsa attenzione che La Mattina riceve dai vertici dell’Autorità Portuale.: «è un problema caratteriale… non dargli un minimo di, come ti posso dire, di sicurezza anche umana già uno sta lì a gratis, oh… questo fa l’avvocato, fa il professore universitario, c’ha la Porsche Cayman».Toti fissa un incontro in un ristorante con l’avvocato. Il colloquio non è stato registrato dagli inquirenti. Subito dopo Toti parla con Signorini e riferisce che La Mattina gli avrebbe confidato che quando aveva chiesto un interessamento per un’associazione di pescatori non aveva avuto risposte: «è un ragazzetto saccente dello studio “ Erede Bonelli” quindi gli manca un po’ di attenzione ma secondo me basta convocarlo il giorno prima del comitato portuale, poi gli diamo magari un po’ di minimo di visibilità … ora gli ho spiegato che ieri ci slam parlati io, to e Bucci, che sostanzialmente è tutto allineato e poi non è che può pensare alle sofisticate strategie legali se proroghiamo di 30 anni un terminal rinfuse che però nell’idea della diga deve andare… non è roba sua. Al netto delle cagate da professore universitario io ho capito che è solamente un ragazzetto che sperava di entrare in Autorità portuale e avere un minimo di visibilità, un pochino di,.. un po’ di considerazione che… si compra con una carta unta, basta dargli un minimo di considerazione ».Successivamente La Mattina spiegherà a Carozzi di aver cambiato idea perché gli sono state date spiegazioni approfondite e Spinelli avrà la sua concessione.

La stecca

Il 15 di ottobre, Carozzi esprimeva i propri dubbi sulla delibera Rinfuse a La Mattina: “ Cioè, tieni conto, in estrema sintesi, non solo non ha alcun senso… cioè, tu sai… io su questo mi sono già confrontato con Bucci perché a Bucci gliel’hanno venduta il tutti i modi possibili e immaginabili… La realtà è che, secondo me, per uscirne vivi noi tre senza dare l’impressione che abbiamo preso la stecca, parlandoci chiaro, come ha preso il tuo… quelloche… quello che, che… il Presidente (nds Signorini) definisce “mandante”… ma fino a prova contraria Toti non è padrone né del Porto né della città”.La delibera verrà rinvita ma sarà poi approvata nella successiva votazione di dicembre.

Carozzi dopo un lungo interrogatorio da testimone, venerdì, all’uscita ha detto di non aver ricevuto pressioni. Ma il giorno dopo aver votato la delibera era stato intercettato quando si confidava così con un amico: “ Il giorno dopo, parlando con un amico dirà:«l’ho buttata giù ma era una delibera da bocciare».



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-05-21 18:23:42 ,genova.repubblica.it

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